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MARK LOUIK

Senso Etico e Spirituale Dell'Unificatione Europea: Presente e Futuro

[From Orientamento Spirituale dell'Europa. Edizioni KYROMANOS, Thessaloniki, 1997.]



3. Le Chiese: una visione alquanto diversa

È dunque importante che le Chiese si rendano conto che durante il processo di fondazione come in quello stesso di unificazione europea, dei valori etici si sono amalgamati al cemento primordiale. E sono ora murati nelle fondamenta stesse dell'edificio.

Purtroppo, però tali valori non sono stati percepiti in modo adeguato nι dal pubblico e neanche dalle autorità religiose. Forse perché il processo di unificazione è stato a lungo imposto dall'alto, deciso dai governi, quasi a insaputa dei cittadini. O forse perché i politici, i funzionari e i giornalisti che vivono tali valori etici ogni giorno, non ne sanno parlare o pensano che l'etica appartenga alla sfera del privato.

L'immagine che il pubblico europeo, e malauguratamente gran parte dei credenti europei, ha dell'unificazione è pressochι il contrario di tutto ciò. Il progetto europeo è troppo spesso presentato come progetto di unificazione di un grande mercato. In cui tutto viene misurato alla stregua di valori quali il profitto e l'individualismo, se non addirittura il materialismo. E tutto è retto dalla logica di immutabili leggi economiche. Il mercato è un espediente per fare in modo che la somma di interessi individuali dia un risultato positivo. Una sorta di giustificazione dell'egoismo(5). Va inolte aggiunto che la rapida trasformazione dell'economia mondiale di questi ultimi anni (globalizzazione economica) ha fortemente contribuito a cambiare la mentalità dei responsabili, cosicché redditività e profitto sono assurti a valori supremi della società. Autorità nazionali e europee hanno fatto un uso sconsiderato di tale linguaggio «economicista», fino a saturazione del pubblico.

Ora, se è vero che la creazione del mercato è stata una dimensione importante nella costruzione europea, è altrettanto vero che essa ha costituito solo una tappa di tale processo, peraltro oramai acquisita. Le cui origini risalgono alla prima, terribile crisi della costruzione europea, quando il Parlamento francese rifiutò il progetto proposto da Jean Monnet e accettato dagli altri governi, di una Comunità europea di difesa. Era il 1954. Quarant'anni or sono. Se la Francia avesse approvato, l'unificazione avrebbe subito assunto una dimensione militare e politica. E il mercato sarebbe venuto in seguito. Ma le cose andarono diversamente, e Monnet propose la via del mercato, essendo precluso il cammino inizialmente previsto.





NOTE

5. A sostegno di tali affermazioni si cita spesso il libro di Adam Smith «The Wealth of Nations», ignorando che il dotto teologo è altresì autore di un libro sui valori morali necessari al funzionamento armonioso dell'economia. Cosa che ci si guarda bene dal ricordare.

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