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Elias Economou

Cos'e l'icona: oggetto liturgico oppure mezzo ermeneutico?

Edizione dell'Istituto di Studi Teologici Ortodossi S.Gregorio Palamas, tr. Filippos Kyriacou, Milano 1994.


Nella mia

3. Nella mia qualità di esegeta delle Sacre Scritture devo premettere sin dall'inizio che 1a parola «εικων» (icona - immagine) rimane il più antico termine bibblico per 1a definizione del nesso esistente tra Dio e l'uomo e viceversa: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza...» (Gen.I,26).

La teologia patristica che aveva piena cognizione di ciò sviluppò l'argomento con intenso fervore chiarendo in modo inequivocabile che immagine del Padre è soltanto l'Unigenito Figlio e che l'uomo è creato secondo l'immagine di Dio.

Impropriamente, ossia per economia della parola, vi sono cenni riguardanti l'uomo come « immagine di Dio ».

Risulta indicativa - a questo proposito - l'enunciazione di Leonzio, vescovo di Neapolis a Cipro: «... imago igitur Dei est, qui ad imaginem Dei factus est homo, maximeque quia eum Spiritus Sanctus habitationem accepit. Ergo juste qui imaginem Dei servorum honorat et adorat, etiam domum Spiritus Sancti glorifιcat» (Mansi 13.50 Β).

3.1 Ιl rinvigorimento teologico riguardo l'impiego delle Sacre icone è stato variamente espresso ma sempre in modi tali da nοn mettere mai in discussione l'unità l'identità del magistero.

Due frasi tratte dai sermoni conciliari sono, fra tutte, le più rappresentative: «Venerabilium imaginum traditio solemnis est.» (Theodoro Vescovo di Miron, Mansi 13:22 B).e : «Veraciter Dei praeceptio est.» (Mansi 13:6 D).

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